Fruttosio, zucchero e succo di agave: come incidono sul metabolismo

Prima di entrare nel merito, voglio subito precisare che il fruttosio naturale presente nella frutta, è quasi innocuo. I problemi scaturiscono, come sempre, quando si eccede nell’assunzione di zuccheri, fruttosio e amidi raffinati.

La gente è disorientata, perché non sa se sia meglio il fruttosio o lo zucchero ed è quindi il momento di fare un po' di chiarezza: se si mangia un alimento ricco di amidi si sprigiona glucosio nel sangue ed in pochi minuti aumenta la glicemia creando problemi, in quanto il glucosio in eccesso si combina con l’emoglobina formando emoglobina glicata.

L’emoglobina glicata genera infiammazione vascolare e riduce la capacità del sangue di trasportare ossigeno e nutrienti ai tessuti. Infiamma anche il tessuto connettivo, affatica il fegato, modifica il metabolismo cellulare e riduce le prestazioni fisiche e mentali.

Per ridurre i livelli di “emoglobina glicata” tutti sapete che bisogna gestire bene la glicemia scegliendo i cibi a medio indice glicemico come legumi, pane integrale, pasta integrale ed evitando dolciumi e bibite zuccherine.

Molti nutrizionisti consigliano di sostituire lo zucchero bianco con il fruttosio, in quanto ha un bassissimo indice glicemico pari a 20. Ma sarà la scelta giusta?

Anche se il fruttosio ha un indice glicemico bassissimo (non fa aumentare il glucosio nel sangue), è comunque uno zucchero pericoloso, anche più del “glucosio”, perché essendo un chetoesosio si combina con più facilità all’emoglobina del sangue formando emoglobina glicata. Il fruttosio ingerito fa salire la fruttosemia nel sangue e rompe con più facilità l’emoglobina infiammando il corpo. Il fegato è l’unico organo capace di assorbire il fruttosio circolante nel sangue e trasformarlo in glucosio tramite un enzima, quindi un eccesso di zucchero raffinato contenente anche fruttosio (lo zucchero bianco è formato chimicamente da fruttosio e glucosio), alla lunga affatica il fegato che tenderà a diventare grasso, ad infiammarsi e ad incrementare i livelli di transaminasi nel sangue.

Secondo alcuni studi condotti nel 2004 in un’università della Florida, l'assunzione di fruttosio determinerebbe una maggiore propensione a mangiare ancora dopo la sua assunzione, spalancando le porte al sovrappeso e, indirettamente, al diabete stesso. Il fruttosio, infatti, ostacola l’azione della leptina, l’ormone prodotto dal tessuto adiposo che segnala al cervello di ridurre l’appetito quando si è accumulato troppo grasso.

Particolare attenzione va prestata allo sciroppo di glucosio e fruttosio: è una delle principali cause dell’epidemia drammatica di obesità nel Nord America e da qualche anno è purtroppo comparso prepotentemente anche nei nostri supermercati. Il problema è che un numero crescente di alimenti confezionati presenti sul commercio contiene dolcificanti. Interessa all’industria perché la miscela di glucosio e fruttosio che si ricava dal mais costa meno dello zucchero, dolcifica di più, e soprattutto aiuta a dare corpo e mantenere soffici i prodotti di pasticceria.

Anche il succo d’agave oggi promosso anche in molti prodotti biologici è ricchissimo di fruttosio libero, per cui è meglio non farne uso abituale. Il succo di agave deve essere purificato da molti altri componenti presenti nella linfa, che gli impediscono un sapore gradevole e lo rendono inadatto ad un uso alimentare. Attraverso questo processo, la quasi totalità di sostanze nutritive (minerali, vitamine) va persa e resta essenzialmente il fruttosio diluito in acqua. ​ Lo sciroppo di agave oggi in commercio è un prodotto raffinato, quindi non propriamente naturale.

È difficile sostenere che questa sostanza offra alcun sostanziale vantaggio nei confronti del fruttosio raffinato. Anche il miele contiene glucosio e fruttosio liberi.

Per non correre questi rischi, prestiamo estrema attenzione a ciò che mangiamo. Sarebbe ottimo evitare i prodotti industriali, preferendo un’alimentazione naturale. Analizziamo sempre ciò che compriamo.

Maurizio Amato

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